15
Lug
2013

V Forum Nazionale dei Mediatori - Intervento Dott. Gian Marco Boccanera


V Forum Nazionale dei Mediatori

CAMERA DEI DEPUTATI

Sala della Mercede – Palazzo Marini
Via della Mercede, 55 – Roma

28 giugno 2013 

 

Intervento del Dott. Gian Marco Boccanera  

 

 

Testo dell'intervento


FACILITARE la Complessità e ripensare i nostri schemi mentali

per il rinnovamento del SistemaPaese Italia: la Mediazione è uno strumento?

 

di Gian Marco Boccanera


RELAZIONE AL V° FORUM NAZIONALE DEI MEDIATORI DEL 28 GIUGNO 2013 PRESSO SALA DELLA MERCEDE – CAMERA DEI DEPUTATI –ROMA

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In Italia c’è bisogno di autorevolezza, non solo di autorità, plurime e spesso fronteggianti. Forse è questo l’anelito che ha portato alla riscoperta della categoria storica dei SAGGI: mai come in questo momento i SAGGI sono così ricorrenti negli argomenti di discussione intorno a noi. I Saggi nominati dal Presidente della Repubblica Napolitano per superare le contrapposizioni di una politica in perenne litigio inconcludente. I Saggi nominati da Papa Francesco per delineare percorsi di cambiamento nell’Istituzione Chiesa Cattolica. I Saggi nominati dal Presidente del Consiglio Letta per indicare la strada delle riforme costituzionali e superare il blocco delle posizioni di una politica antagonista troppo impegnata a contrapporre piuttosto che a collaborare.

I SAGGI sono tutti dei FACILITATORI del cambiamento, anche di quello difficile da ottenere perché va oltre lo status quo in cui siamo abituati a riconoscerci. L’equazione FACILITATORI = ATTIVATORI DEL CAMBIAMENTO è ormai divenuta di dominio pubblico e sta entrando nell’immaginario collettivo.

L’inconcludenza del blocco tra posizioni ad ogni livello, politico, sociale, economico e giuridico sta diventando un emergenza nazionale devastante nel nostro Paese, poiché:

1) impedisce l’adozione di decisioni strategiche nei ristretti tempi in cui esse debbono essere assunte per rimanere valide ed efficaci rispetto alla molteplicità dei problemi da risolvere e alla loro velocità di mutazione;

2) determina utilizzi sub-ottimali delle scarse risorse disponibili al sistema, lasciandone ingessate la maggior parte poiché avviluppate in una serie infinita e incrociata di veti e controveti;

3) alimenta una diffusa percezione di inadeguatezza sulla ricerca delle soluzioni e scoramento collettivo da parte dei cittadini che si traduce in sentimenti di antipolitica, di ineluttabilità (“tanto non cambia mai niente”) e di potenziale rivolta sociale.

Mediare tra posizioni per arrivare ad un percorso di cambiamento il più possibile condiviso sta diventando così importante, che le principali Istituzioni, laiche e religiose, hanno nominato dei soggetti SUPER PARTES affinchè questo avvenga. In ciò stabilendo il primato della MEDIAZIONE sulla CONFLITTUALITA’. Anzi ammantando di sacralità la funzione dei SAGGI-FACILITATORI, come lo erano stati i Padri Costituenti della nostra quanto delle altre Repubbliche, intervenuti solo dopo un periodo di fortissime contrapposizioni interne.

La Funzione dei FACILITATORI quindi è una funzione strategica del vivere civile in una società complessa e polimorfica come quella italiana. La loro è una funzione di salvataggio dello Stato, prova ne è la fonte superiore della loro investitura, che è il vertice stesso dello Stato. Ma la loro funzione è replicabile in tantissime applicazioni quotidiane del vivere civile che fanno della riduzione dell’antagonismo un VALORE SOCIALE spendibile in termini economici. Come? Disponendo di due caratteristiche fondamentali d’esercizio: COMPETENZA ed EUPETENZA.

La competenza è il possesso riconosciuto ed esercitato di determinate abilità o preparazioni tecniche professionali, indubbiamente necessarie al facilitatore per capire il contesto in cui operare. L’ Eupetenza è l’atteggiamento d’animo e mentale, l’habitus direi, predisposto alla facilitazione di ciò che appare difficile e contrapposto. Possedere EUPETENZA significa mettere in cima alla lista delle priorità il Costruzionismo, diviene arte di facilitare i rapporti, liberare i vincoli mentali, psicologici ed ideologici rispetto al cambiamento, per renderlo comprensibile, accettabile, fluido, conveniente, nella consapevolezza che sia migliore della situazione di quasi-stallo precedente, ai fini dei superiori INTERESSI COLLETTIVI di SistemaPaese.

Abituati come siamo a litigare su tutto, a fare dell’ostruzionismo una pratica costante e raffinata per il mantenimento delle posizioni di privilegio e d’arrocco, non utili alla collettività ma solo a pochi, non sarà facile passare all’intendimento opposto, cioè al COSTRUZIONISMO. Ma è semplicemente necessario e non oltremodo rinviabile. Eupetenza e Competenza sono colonne di base per lo sviluppo di percorsi di cambiamento che partano dalla Mediazione e che siano trasfusi in mille ambiti strategici di SistemaPaese, come: Giustizia, Lavoro, Sanità, Educazione, Istruzione, Economia, Innovazione, Pubblica Amministrazione, Governo del territorio, etc.

Ecco allora che inevitabilmente la MEDIAZIONE finalizzata alla CONCILIAZIONE diviene il principale strumento nel set di attrezzi a disposizione delle ipotesi di cambiamento non-violento.

La Mediazione con il recente decreto “del fare” è tornata di nuovo in gioco, ma ancora a mio vedere non nel pieno delle sue vaste potenzialità di SISTEMA. Penso che occorre stabilire con convinzione il ruolo del FACILITATORE quale Negoziatore di Parte, funzione rivestibile da ogni professionista dotato delle due caratteristiche di competenza ed eupetenza. Aumentare e di molto il numero dei soli mediatori “di diritto” senza nulla disporre in merito ai negoziatori di parte, ed al loro ruolo cruciale e strategico, e soprattutto alla delocalizzazione fluida delle procedure attraverso strumenti informatici, dubito che sia la strada per aumentare le mediazioni.

Nella stessa sede del Forum precedente, poi ho avuto modo di sottolineare come a mio sommesso avviso il percorso della mediazione può diventare una routine virtuosa purchè diventi fluida, e tecnologicamente avanzata attraverso le mille forme che consentono una remotizzazione e delocalizzazione della procedura anche lontano dall’ubicazione fisica del Centro e delle parti. Ho pensato 4anni fa alla cosiddetta CONCILIAZIONE FACILITATA, da farsi con il ruolo del negoziatori di parte (= facilitatori) e con l’utilizzo delle moderne tecnologie di comunicazione digitale che consentono di fluidificare il percorso e di renderlo attrattivo e “vissuto” come esperienza da ciascuna delle parti.

In questo contesto penso che i Professionisti possano dare ancora un fattivo e lungimirante contributo, magari parafrasando George Bernard Shaw quando sosteneva che le persone che riescono in questo Mondo sono quelle che vanno alla ricerca delle condizioni che desiderano, e se non le trovano, le creano.



Dott. Gian Marco Boccanera

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