Ho aggiunto al mio Vocabolario personale la parola " metacontroversiale " il giorno 08 ottobre 2010, in risposta ad un Collega avvocato sulla discussione avviata nel mio Gruppo LINKEDIN: "Conciliazione e Creatività: Professionisti Negoziatori di parte".
Cosa vuol dire questo termine?
METACONTROVERSIALE è un aggettivo di recente mio conio che vuol significare una qualità di stato esprimibile "al di là della controversia" (= μετα' , metà Greco, "al di là - al di sopra ").
La ricerca delle soluzioni ad una lite con la CONCILIAZIONE o MEDIAZIONE CIVILE e COMMERCIALE creativa è "metacontroversiale", poichè supera gli ambiti tradizionali della spartizione proporzionale della "torta" data , ovvero di ciò che appare convenzionalmente concedibile a mezzo di reciproche concessioni fra le parti. La soluzione creativa indaga ambiti, al di fuori e al di là delle evidenze fenomeniche della controversia, ambiti che appartengono ad una altra Sfera, superiore, non evidente, sensibile, avvicinabile solo con approccio delicato, creativo e fantasioso al problema.
Parafrasando un termine tecnico giuridico, METACONTROVERSIALE riguarda la sfera dell' ULTRAPETITUM, cioè di quello che non è compreso nell'oggetto della lite (petìtum), perchè non ne potrebbe costituire oggetto o semplicemente perchè non si vuole che ne costituisca, per svariati motivi.
METACONTROVERSIALE è l'ambito che differenzia la Conciliazione (o Mediazione civile) dalla Transazione e sarà l'ambito in cui i Professionisti Negoziatori di parte, sotto la guida e il tutoraggio del Conciliatore, dovranno confrontarsi per linee sensibili al fine di fare emergere i veri bisogni sottostanti la lite fra le parti di cui hanno la fiducia, e per fornirne adeguate risposte creative e non convenzionali.
La CONSILIENZA è la tendenza all' UNIFICAZIONE del Sapere Universale.
La Consilienza è stata definita - con efficace metafora- come "l'orchestrazione delle Scienze", nella innovativa intuizione della convergenza olistica e finalistica di tutte, verso una Summa Universale.
Il termine è stato coniato dal filosofo ed educatore britannico William Whewell (1794-1866. In: "La filosofia delle scienze induttive") , che definisce la CONSILIENZA come "l'inferenza che occorre quando un'induzione ottenuta da una classe di realtà, coincide con un'altra induzione , sorta da una diversa classe di realtà".
Ripresa dal biologo vivente americano Edward Osborne Wilson nel suo libro "Consilience: The Unity of Knowledge, 1998" (Knopf con ISBN: 0-679-45077-7) , il termine CONSILIENZA è stato indagato anche dal filosofo Gesuita Pierre Teilhard De Chardin (1881-1955) con innovative, quanto incomprese (all'epoca) intuizioni di grandissimo valore.
La consilienza è la più alta manifestazione d'effetto del TRA-MANDARE migliorativo in ciascun passaggio. Rappresenta la finalizzazione (telos in Greco) dei diversi Saperi e l' AGGREGAZIONE RELAZIONALE e INTERCONNESSA degli stessi in ambito umano CONDIVISO.
Il miglior veicolo, ad oggi a disposizione del genere umano per realizzare l'avvicinamento alla CONSILIENZA a fasi successive, è rappresentato dalla rete Internet.
Un MEME è una riconoscibile entità di informazione relativa alla cultura umana, che è replicabile da una mente (o altro supporto di memoria) , ad un'altra mente (o altro supporto di memoria).
La parola "meme" è stata coniata da Richard Dawkins nel 1976. Un meme è definito "unità autopropagantesi" di evoluzione culturale , analoga a ciò che il gene rappresenta per la genetica. Un meme può essere un' idea, un'abilità, un valore morale, un senso estetico, un refrein, una convinzione, un pensiero, un' attitudine, e in genere qualsiasi cosa possa essere comunemente imparata e poi trasmessa agli altri come un'unità di informazione. Lo studio dei modelli evoluzionistici del trasferimento dell'informazione prende il nome di memetica.
Con il termine "meme" si indica qualsiasi pezzo di informazione unitaria che può essere diffuso in termini virali e pandemici da una mente all'altra, autoreplicandosi ancora in avanti.
Del pari dell'evoluzione genetica, anche l'evoluzione memetica avviene mediante mutazioni. La mutazione determina varianti plurime di memi , tra le quali solo le più adatte si replicano ( Charles Darwin) , e cioè diventano più comuni e migliorano le probabilità di replicarsi ancora di più. Si ritiene possibile che sia stata proprio la mutazione a far evolvere culturalmente un primitivo gruppo di suoni e di sillabe nella vasta gamma di lingue e dialetti oggi esistenti, nonchè nella vasta gamma di significati simbolici all'interno di ciascuna lingua. Il greco antico e l'inglese moderno rappresentano l'alfa e l'omega di questo assunto: nella lingua greca antica i significati simbolici delle parole e le parole stesse sono ampiamente superiori allo stringato, efficiente ed essenziale linguaggio dell'inglese moderno.
Le culture e i modi di pensare possono evolversi in maniera analoga a come si evolvono le popolazioni e gli esseri viventi.
Le idee che passano dalla generazione presente alla generazione successiva possono aumentare o diminuire le possibilità di sopravvivenza della generazione che le riceve e che, a sua volta, potra ritrasmetterle in avanti a vantaggio delle ulteriori generazioni.
Ad esempio, più culture possono sviluppare un proprio progetto e un proprio metodo per realizzare un utensile o un "modus operandi" , ma solo quella che avrà sviluppato i metodi più efficaci avrà più possibilità , evolvendo, di prosperare e di svilupparsi sulle altre. Col passare del tempo una sempre maggior parte della popolazione adotterà tali metodi, poichè riconosciuti migliori . La scienza e la tecnica in uso nell' antica Roma imperiale sono progredite evolvendo nella identificazione precisa di cultura dell' "homo faber" romano nelle arti figurative, nelle macchine, nell'idraulica, nell'ingegneria, nella medicina, nella meccanica, nei trasporti, nella navigazione, etc. e hanno dato luogo alle basi di molte delle attuali sezioni del SAPERE universale.
A differenza dei geni , per i quali il successo è legato alla loro utilità alla sopravvivenza dell'organismo che li accoglie, il successo di un meme dipende da fattori diversi quali la persuasione, l'accettazione, la moda, la pressione del gruppo, l'intensità del messaggio, o la moda. Tali fattori non sono stati al momento (maggio dell' anno 2010) pienamente indagati , anche se sono riferibili alcune tecniche grazie alla quali il meme si propaga:
a) la dimostrazione che un' idea , una tecnica o un progetto sono utili; ad esempio la ruota di legno rivestita di gomma ha dato luogo al pneumatico che ha migliorato e reso più agevole, veloce e comodo il trasporto delle persone e delle cose.
b) l'identificazione di un problema senza soluzione; ad esempio scegliere un assunto non dimostrabile come sbagliato , e quindi non confutabile , ne consente la propagazione successiva , migliorandola;
c) la minaccia verso coloro che non diffondono un meme e - di converso - la ricompensa verso coloro che lo diffondono; ad esempio la scelta di meccanismi di gratificazione sociale verso il perseguimento di alcuni comportamenti e di riprovazione sociale verso altri, consentono la migliore propagazione del meme (vedi ruolo dei Professionisti in altro articolo del sito) ;
d) la persuasione del possessore del meme al dialogo e alla riflessione su di esso: ad esempio convincere il destinatario di una certa idea o di un progetto a condividerlo intimamente, riflettendoci in profondità, ed interagendo con esso per poi sentirsene entusiasticamente padrone e poterlo replicare in via virale successiva.
Esempi di meme sono: la tecnologia, un aforisma, un proverbio, una canzone rimastaci in mente, un poema epico, un film, una filastrocca, una barzelletta, un'ideologia politica, la religione, la superstizione, le altre forme di credenza, MA SOPRATUTTO: internet quale veicolo di una infinità di meme.
Il biologo Edward Osborne Wilson nel suo libro "Consilience: the Unity of Knowledge" (Consilienza: l' unità del sapere) ha ritenuto che le unità fondamentali della cultura corrispondono biologicamente a reti neuronali che operano come nodi della memoria semantica. Adottò il termine "meme" come migliore nome possibile per identificare tali unità fondamentali di eredità culturale e sviluppò lo studio sul ruolo basilare dei memi nell'unificazione delle scienze naturali con le scienze sociali. Ovvero pose le basi della MEMETICA, quale studio del modello evolutivo sul trasferimento di informazioni , di conoscenza, di abilità e di preferenze culturali.
Un ambito di studio molto interessante , ma ancora poco indagato e meno ancora pubblicizzato, è quello che riguarda le relazioni tra influsso memetico e la psiche individuale ovvero tra MEMETICA e PSICOLOGIA. Al proposito, la studiosa Susan Blackmore nel suo libro "La Macchina dei memi "(1999) ha evidenziato la caratteristica del meme quale "replicatore". Il meme può associarsi in raggruppamento con altri memi con cui condivide elementi semantici , in fenomeno detto di "associazione memetica". Il meme - però - può anche manifestare la cosidetta "deriva memetica" che può emergere quando il meme (o un idea) cambia mentre viene trasferito da una mente all'altra, o da una persona all'altra. Pochissimi memi evidenziano un' elevata "inerzia memetica" che è la caratteristica di un meme di essere espresso e ri-espresso sempre nello stesso modo e di avere il medesimo impatto (senza mutevolezza nella propagazione) indipendentemente dalle persone che lo stanno trasmettendo e ricevendo per poi ritrasmetterlo. Quindi la "deriva memetica" è l'esatto contrario della "inerzia memetica".
La deriva memetica tende ad aumentare quando il meme è trasmesso con una comunicazione difficile, non convincente o poco chiara. L'inerzia memetica, invece, tende a crescere quando il meme è trasmesso in termini facilmente intellegibili, piacevoli, ricordabili magari con espressioni in rima, con ancore mentali o con altri accorgimenti mnemonici di facilitazione del com-prendere e del tra-mandare.